Introduzione alla comunicazione non violenta

linguaggio giraffa comunicazione non violenta

Esiste una conflittualità costruttiva ed una distruttiva. Il conflitto fa parte dell’universo relazionale intra ed interpersonale.

Si crea un conflitto potenzialmente distruttivo ogni volta che si attivano:

  1. Resistenze cognitive
  2. Presenza di giudizi svalutanti
  3. Disagio emozionale
  4. Comportamenti reattivi

Il linguaggio sciacallo e il linguaggio giraffa

La comunicazione non violenta è un’impostazione relazionale ideata da M.B. Rosenberg, discepolo di Carl Rogers.
Questo stile relazionale parte dal riscontro di quante volte i problemi e i conflitti nascano da incomprensioni, da accuse, da giudizi e pre-giudizi. L’autore utilizza due immagini:

  • il linguaggio sciacallo, per indicare la comunicazione violenta, inefficace, accusatoria, ecc.
  • il linguaggio giraffa per indicare la comunicazione non violenta, che viene dal cuore, che non affronta le persone, ma i problemi.

Il linguaggio violento (sciacallo) è strettamente correlato a forme di senso di colpa e di vergogna e fondamentalmente si basa su un concetto di potere punitivo.
Il linguaggio non violento (giraffa) scaturisce dalla condivisione del cuore, porta ad una comunicazione “pulita” dai giudizi, dalle critiche, dalle accuse, colpevolizzazioni, ecc. si basa sul concetto di potere protettivo, sul rispetto reciproco e sui bisogni fondamentali di ogni uomo.

La comunicazione non violenta nella consulenza

La comunicazione non violenta risulta utile ed efficace anche nei percorsi di crescita educativa e nella consulenza.

Il consulente che la conosca e che si sia allenato ad utilizzarla potrà insegnarla o porla come regola di comunicazione all’interno della consulenza stessa. I concetti fondamentali sono semplici, ma si richiede impegno, costanza, allenamento quotidiano.

La comunicazione non violenta si sviluppa in 4 fasi, vediamole assieme.

Osservazione

Si tratta di una comunicazione descrittiva, liberata da critiche, giudizi, interpretazioni, ecc.).

Libera il campo dalle assolutizzazioni e dai giochi di potere comunicativo. Ci si concentra solo sulla descrizione di un fatto specifico, pulito da ogni altra considerazione, da ogni assolutizzazione o generalizzazione.

Espressione dei sentimenti

Si intende ogni vissuto interiore personale: emozioni, sensazioni, immagini, ecc.. I vissuti sono nostri e dipendono da noi; quindi si dice io mi sento arrabbiato e non mi fai arrabbiare quando, ecc.

I vissuti sono sempre espressione di un bisogno. Se sono felice ho appagato un bisogno, se sono triste ho un bisogno da appagare che resta in sospeso, ecc. Qui l’attenzione si focalizza su se stessi e su ciò che viviamo senza farlo derivare dall’altro (sarebbe accusatorio), senza definirlo come una giustificazione in quanto stiamo reagendo a …

Espressione di un bisogno personale

Quando non coinvolge l’altro e resta sul soggetto che comunica.

I bisogni sono in sostanza di tre tipi, anche riprendendo la piramide di Maslow:

  • bisogni vitali (respirare, mangiare, bere, dormire, evacuare);
  • bisogni di sicurezza (sicurezza materiale, affettiva, ecc.)
  • bisogni di crescita esistenziale, umana e personale (contribuire alla vita, dare un senso a… ecc.)

Richiesta

Questa deve avere alcuni parametri:

  • rivolgersi ad una persona specifica, non restare generica
  • essere al presente
  • essere concreta
  • essere realistica
  • essere espressa in forma positiva
  • offrire all’altro l’opzione di accettarla o contro-proporre o altro, non deve essere una imposizione o un ricatto indiretto

Le richieste sono di due tipi:

  • richieste di connessione (sentire la tua opinione, valutare insieme a te, sapere che effetto ti fa ascoltarmi, cosa stai vivendo, ecc.);
  • richieste di azione (mi piacerebbe prendere l’agenda e decidere insieme ; tagliare l’erba entro domani, ecc.).

Le richieste di connessione sono in genere il 90% delle richieste, le richieste di azione sono in genere il 10% delle richieste totali.

Bisogni fondamentali dell’essere umano. Alcuni esempi.

Vediamo un elenco dei bisogni umani secondo questa impostazione.

Bisogni fisiologici, di sopravvivenza

Aria; acqua; cibo; contatto; espressione sessuale; movimento; riparo; riposo; protezione da ciò che minaccia la vita (virus, animali predatori, ecc.

Bisogni di sicurezza

Cura, conforto, sicurezza affettiva e materiale, sostegno.

Bisogni di gioco, svago

Divertimento; ridere; scherzare, dare sfogo alle energie.

Bisogni di interdipendenza, relazione

Affetto, accettazione; amore; riconoscimento; appartenenza; apprezzamento; armonia, comprensione; calore umano; comunicazione; compagnia; comunione;condivisione; conforto; contatto; empatia; fiducia, giustizia; intimità; onestà; riconoscimento; rispetto; sincerità; sicurezza; stima; sostegno; supporto, tenerezza, vicinanza.

Bisogni di partecipazione

Collaborazione; concertazione; connessione; contributo al benessere, alla realizzazione di sé e dell’altro, alla vita, cooperazione; espressione; mediazione dei conflitti; negoziazione; interdipendenza.

Bisogni di autonomia

Spontaneità, indipendenza, libertà di scegliere i propri sogni, obiettivi, valori; libertà di scegliere i propri progetti per realizzare i propri sogni, obiettivi e valori.

Bisogni di identità e integrità

Accettazione complessiva di sé; affermazione di sé; autenticità, congruenza; consapevolezza di sé; evoluzione; fiducia in sé stessi; sintonia con i propri valori; stima e rispetto di sé e dell’altro; senso dell’unità nella pluralità.

Bisogni di realizzazione

Apprendimento, auto realizzazione; creatività; espressione di sé, evoluzione, fiducia in se stessi, e negli altri, stima e rispetto di sé e degli altri, realizzazione del proprio potenziale.

Bisogni di senso e significatività

Attribuire significato e senso alle cose e alle esperienze, chiarezza, comprensione, discernimento, orientamento; resilienza; significatività; trascendenza.

Bisogni di celebrazione, di riti

Festeggiare la vita e la realizzazione di sogni; celebrare le perdite di persone e sogni; condivisione concreta, simbolica, gestuale e verbale delle gioie e delle sofferenze, ritualizzazione, gratitudine.

Bisogni di spiritualità

Armonia; bellezza; ispirazione; ordine; pace, trascendenza, immanenza.

I benefici della riflessione non violenta

La riflessione non violenta consente di creare un clima sereno e aperto, caldo e accogliente. Parte abbassando le difese di chi parla, che esprime ciò che vive senza giudicare o criticare l’altro e quindi trasmette fiducia e positività. La comunicazione non violenta ha come pre-requisito la sincerità e il rispetto; consente di ascoltarsi e prendere il ritmo comune, in quanto si fonda sulla assertività e sull’empatia.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi