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Ansia e idolatria

Ansia e idolatria

Di Cesare Maria Cornaggia, Giulio Maspero e Federica Peroni (Inschibboleth edizioni)

Il titolo del presente contributo può suscitare immediatamente una domanda: non è improprio utilizzare una categoria di origine religiosa come l’idolatria nel parlare dell’ansia? Non si stanno confondendo i piani? Non si perde il rigore del ragionamento?

Gli autori in questo libro propongono di utilizzare il termine idolatria, che è categoria di origine biblica e di alta potenza simbolica, come chiave interpretativa dell’ansia contemporanea e come valore narrativo e non solo simbolico. Nel loro percorso attraverso la crisi dell’attuale società post-moderna, illustrano come vi sia un uso dell’ansia legato alla paura del non riconoscimento ed al terrore dell’incontro con l’altro. Il cuore dell’opera è dato dalla possibilità di riscoprire, anche attraverso il racconto di casi clinici, la bellezza della realtà intesa come dono verso il quale porsi “semplicemente” per come si è. Il concetto di limite acquista così nel corso dell’opera un significato sempre più positivo, sino ad arrivare alla conclusione che è da qui che si debba passare per avvicinarsi sempre più alla costituzione della propria identità attraverso un incontro di fragilità.

 
Per chiunque nutra ancora dubbi sulla lettura di questo saggio mi basterà riportare la seguente riflessione, per noi consulenti un manifesto da stampare e appendere al muro:
“I professionisti della cura sono chiamati a diffondere i concetti di relazione e di ascolto, di domanda e di tempo, senza credere, anche loro, alla prestazione narcisistica e fine a sé stessa. La cura esiste e funziona se ci sono due individui pronti a guardarsi negli occhi e dire “ecco, sono qui”, e questo riguarda non solo i clienti ma anche il terapeuta. Bisogna rendersi conto che avvicinarsi all’altro è un processo, un percorso, un atteggiamento che si crea dall’interno: un terapeuta può conoscere un cliente, ma deve avere la pazienza di incontrarlo e, questo, non avviene subito.”


In una società patoplastica, cioè che produce patologia nell’uomo, è sempre più importante per tutti comprendere la differenza tra bisogni e desideri: questo libro aiuta in modo semplice, chiaro e coinvolgente chi avverte la necessità di verità.

a cura di Lodovico Camia